Video - Francesco Leprino

Francesco Leprino
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Francesco Leprino
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La lettera viola
documentario per MOnica Mazzoleni

Italia 2016, [70']

Una premessa - Da principio - Cara telecamera - A Parigi - Primo amore - Altre voci - Morfina - Testamento - Danse - La lettera viola - Assenza - Tropico del Cancro

Monica Mazzoleni: se stessa
Francesco Leprino: riprese, testi e voce
Silvia Limongelli: pianoforte
Emanuela Piemonti: pianoforte
Chiara Torselli: violoncello
Sergio Cavandoli: riprese esterne
Gli amici di Monica...
Grazie ad Alessandro Trabucco

La lettera viola, che prende il titolo da José Saramago, è un estremo condensato di vita della protagonista raccontato da se medesima. Un racconto fatto con la volontà determinata di sopravvivere a se stessi, adottando la leggerezza di un passo di danza.
L'imminenza della fine come ultima occasione di volare: un volto che, pur segnato dalla malattia, racconta la pienezza e la gioia del vivere con una luminosità abbagliante.
Perché si ha voglia di mettersi in scena quando ci si apparecchia a morire? La risposta in mi progetto immaginato forse prima: bypassare la morte raccontandosi da sé fino all'ultima goccia di vita. Oppure inscenare una performance senza replica, ma fermata da una registrazione, per vivere con coraggio, dolore e amore la propria morte.
Sei mesi in compagnia di Monica cadenzati dalla levità, da profumi inebrianti, da abiti bellissimi, buoni vini e buon cibo, da intensa convivialità, ma soprattutto da sorrisi e densi momenti di vitalità.
Fino all'ultimo respiro.
Monica amava gli abitatori di questo mondo e la vita, anche quella che la stava distruggendo. E la vita si distrugge anche a forza di viverla e morderla a più non posso (ma anche restando inerti verso di essa il risultato non cambia). La vita è "un cancro che si divora", scriveva Henry Miller.
Una performance senza replica da attrice consumata, in un set-palcoscenico immaginario che ha i confini angusti di un letto. Un lungo racconto biografico e sensitivo filtrato e infarcito dal regista-testimone per imparare a convivere senza paura con la più spaventosa delle compagne.
Con la pretesa, forse insensata, di aiutare a vivere e anche a morire, che è poi la medesima cosa.

presentazione: cineteca italiana con VIDAS (16/06/2016)
Sciroppo d’acero
32 piccoli film senza Glenn Gould (o quasi)
Documentario, 40’, 2017

Montaggio e Regia di Francesco Leprino

è un video documentario del 2017 basato sulle Variazioni Goldberg di J. S. Bach, in relazione con le immagini di un viaggio in Canada del regista, che è anche voce fuori campo.
Nelle corde di Elena*
Omaggio a Elena Càsoli

Milano - Berna 2008-2009. [35’]

Regia di Francesco Leprino
Assistente alla regia: Lionel Pasquon

Monsieur de Sainte Colombe, nel celebre film Tutte le mattine del mondo, diceva che fare musica non è soltanto suonare bene uno strumento: lo strumento non è la musica! Solo essere totalmente al servizio della musica, al punto da annullarsi e diventare uno “strumento” consapevole può rendere la verità profonda della musica. In un mondo votato alla prestazione brillante e alla dimostrazione circense della bravura, più che interpretare la musica spesso i musicisti ostentano la loro capacità di suonare uno strumento. In tal senso Elena Càsoli è invece merce sempre più rara, una eccezione, una vera interprete, anzi un medium quasi sciamanico della musica, che si fa tramite fra i compositori e gli ascoltatori al totale servizio della musica, attraverso scelte artistiche non facili né commerciali. Il documentario indaga la formazione di questa musicista, la sua attività concertistica e didattica, nonché la sua dimensione umana.

Elena Càsoli è stata intervistata, nelle settimane fra dicembre 2008 e gennaio 2009, a Milano e a Berna, presso la Hochschule der Kunste, dove insegna chitarra, interpretazione della musica contemporanea e musica da camera, e dove crea progetti trasversali (quello di quest’anno si intitola Hands). Alla voce di Elena e delle sue chitarre (classica, acustica, elettrica, arciliuto, pipa), si sono affiancate le voci di Luciana Abbado Pestalozza, direttore di Milano Musica, e di Gabriele Manca, compositore, uno dei tanti musicisti che ha composto brani appositamente per lei.

On Smoking!*
A burning relationship between a cigar and a cigarette
Ideazione, riprese ed elaborazione video di Francesco Leprino

Video, Italia, 2004, [12’]

Musica di Arrigo Cappelletti
Arrigo Cappelleti, piano - Giulio Visibelli, sax soprano
Smokers: Raffaella Staropoli, Francesco Leprino

On Smoking!, realizzato su richiesta di Arrigo Cappelletti, è stato selezionato e presentato nell’ambito dell’autorevole Festival Internazionale di musica e videoarte “Not Still Art Festival” di New York, organizzato dal grande pianista di Jazz Paul Bley e dalla videoartista Carol Goss.
Il video, diviso in 4 tempi, in sintonia con la musica da cui trae ispirazione, descrive una fumosa relazione, colta in flagrante ravvicinamento nella sua essenziale nudità: dapprima una sigaretta si consuma in solitudine, segue un fallico sigaro dalle tinte infernali, quindi le volute di fumo, sensuali e seduttive, vero elemento di comunicazione, fanno da preludio al loro fronteggiarsi aggressivo, fino alla (con)fusione (o distruzione) di entrambi…
           

Hanno scritto:
  • “Francesco Leprino's very sexy, Italian On Smoking… “
  • “On Smoking," a collaboration from Italy by video artist Francesco Leprino and musicians Arrigo Cappelletti and Giulio Visibelli, is not in the least bit mysterious. The couple we see very up close, with lots of heavy breathing, are definitely going to get together. The moustacheoed man and the lipsticked woman are joined with their mutually exhaled smoke, which creates form, movement and a bridge between the two. The improvised jazz score by Cappelletti is sensuous and provocative, leading us to an appreciation of the European live-for-the-moment lifestyle of cigars and filterless cigarettes.”
La scultura interiore di Vannetta Cavallotti*

Milano - Bergamo 2012, 30'

Regia di Francesco Leprino

Sguardo sereno, alto grado di amicalità, affettività pronunciata, determinazione, positività, grande energia… Tutti segni che non lascerebbero presagire sofferenza, inquietudine, finanche punte di perversione forse da sempre trattenuta…
L’arte di Vannetta è, come sostiene lei stessa, una pietrificazione di sentimenti interiori, forse già pietrificati dentro di lei, quindi tenuti a bada…  L’atto di esternarli è estremamente razionale, laddove  il risultato è totalmente irrazionale.
Un’ottima terapia, non più atteggiamento confessionale e solipsistico col terapeuta, ma restituzione al mondo, a tutti gli altri, di sentimenti così profondi, da travalicare ogni linguaggio di natura verbale.
Le tecniche, i materiali, le forme, apparentemente lontane, rimandano a una matrice comune e offrono una via di scampo: la volontà di accumulare detriti e strati di coscienza (un’arte di aggiunger lo soverchio), che nel processo del fare trovano la loro epifania, ed esorcizzano il male.
Ogni tensione verso la bellezza, come sappiamo, è un modo, se non di uccidere la morte, di non prenderla in considerazione, o di lasciarsela alle spalle. Nel finale del romanzo di José Saramago Le intermittenze della Morte, la Morte non vince la partita a scacchi come nel bergmaniano Settimo Sigillo, ma è sconfitta dalla bellezza, diventa umana e impotente ad assolvere il proprio  compito.
Outing o autoterapia, la scultura di Vannetta non è arte assoluta da “galleria”, ma arte assoluta del sentire comune, del riconoscimento nell’autrice di un frammento intimo di noi. In questo senso etica prima che estetica, semmai è possibile una demarcazione fra questi due ambiti.

* Video incluso nel DVD edito da Al Gran Sole, Medium Size
Per sé e per gli altri*
Ritratto di Sandro Fabrizi

Documentario, Italia, 2007, 50’

Arcore ha annoverato un eccezionale personaggio fra i suoi cittadini, ma non è quello che i più immaginano.
Sandro Fabrizi è scomparso da 16 anni, quindi non ricorre alcuna occasione particolare per commemorarlo. Avendo accompagnato la vita di chi lo ha conosciuto costantemente per tutti questi anni non vi è neanche alcun bisogno di tenerne viva la memoria, semmai c’è l’intento di farne conoscere la personalità a chi non ne sa nulla, seppure per le vie traslate e limitate della documentazione e delle testimonianze.
Ho intervistato le persone che gli sono state vicino e che lo hanno conosciuto meglio per tentare di ricostruire a posteriori la risultante di una identità, ciò che resta nella memoria degli altri che ci sopravvivono. Ciascuno ha messo in evidenza aspetti diversissimi della personalità di Sandro, come se avesse avuto con lui una sua peculiare intimità e sintonia. Quest’uomo, infatti, riusciva a calarsi nella sensibilità e nei bisogni di chi aveva di fronte, sortendo nell’interlocutore la sensazione di intrattenere con questo amico, compagno, “padre”, avversario... un rapporto privilegiato.
Alla memoria di Sandro Fabrizi, la cui frequentazione è stata per me assidua, sia per occasioni pubbliche di collaborazione culturale sia per ragioni private, ho voluto dare in questa forma un mio contributo. Sperando di sorprendere chi è convinto che le vite grandi passino solo dai grandi mezzi di comunicazione, ho cercato di trasmettere qualche aspetto di questa complessa e apparentemente contraddittoria personalità, per molti versi atipica e unica.

*Video incluso nel DVD edito da Al Gran sole,  Vite di Umani più o meno illustri
Alieni a Bruzzano*
Esseri dell’altro mondo a occidente dell’emisfero boreale

Documentario, Italia, 2007, 33’

Cinquanta volti di preadolescenti provenienti da una dozzina di nazioni extraeuropee: cinquanta vicende individuali che a ben guardare raccontano la medesima storia collettiva, la cui differenza si declina nei visi, negli sguardi, nell’intonazione emozionale dei loro racconti.
A fronte di un risultato apparentemente lineare e scarno, formato volutamente dalle sole interviste a ragazzi di una scuola, tramite un serrato accostamento logico di montaggio emerge una tinta comunicazionale ed emotiva obiettiva, una risultante disarmante, che rivela una realtà sotto gli occhi di tutti eppure comunemente non rilevata, drammaticamente vera nella sua sincerità.
Una realtà psichica e sociale che nella sua scarna verità, al di là delle ripetute parole, appare epica e universale, perché testimonianza resa evidente dagli sguardi tranquillamente sofferenti di adolescenti sempre sorridenti nonostante tutto.
Alieni/angeli a cui dobbiamo guardare non certo con sospetto, ma con tenerezza e indulgenza.

Documentario prodotto nella Scuola Media Saba di Milano, nell’ambito del laboratorio multimediale
con le classi terze negli anni 2006-2007, con il coordinamento di Francesco Leprino

*Video incluso nel DVD edito da Al Gran sole,  Vite di Umani più o meno illustri
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