Allusioni - Francesco Leprino

Francesco Leprino
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Francesco Leprino
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Allusioni di un Clown
per pianoforte suonato da un clown
Piece musicale in forma scenica di Francesco Leprino

Clown: Gero Cardarelli
Regia: Giovanna Maresta

Prima esecuzione: Arcore, Teatrino di Villa Borromeo, 16-1-1988
nell’ambito della rassegna “La musica e l’ironia (?)”
Il pianoforte è uno strumento, ma, in questi due secoli di vita è diventato uno strumento talmente prepotente da identificarsi con il vero esecutore. L’esecutore non è un pianista, ma un clown e, come ogni clown, fa le cose sbagliate nel momento sbagliato, cadendo clamorosamente dalle scale… del suo pianoforte! Il clown è anche un curioso per natura, un indagatore dell’animo umano, con lo scopo di poter fornire ai suoi spettatori uno specchio.
Il clown è affascinato da questo strumento a cui i secoli hanno trapiantato un’anima, questo strano signore in nero che con la sua presenza la dice più lunga di qualsiasi banditore di piazza o comiziante elettorale.
Il clown, essendo un innocente per mestiere, non sa nulla del pianoforte e lo tratta come un (vecchio) compagno di giochi, per carpirgli la verità. Il pianoforte per un po’ lo asseconda, gli risponde con un sorriso quando il clown sorride o con timore quando il clown è timoroso…
Il pianoforte sa bene, però, che questo gioco nichilista al massacro può interromperlo in qualsiasi momento, poiché il suo mestiere di signore in nero gli permette di tenere le redini, ed il gioco diventa solo una fugace distrazione dal tran-tran.
Il clown, a sua volta, non ne esce sconfitto, poiché la sua innocenza è solo un mestiere e dentro di sé sorride benevolo alle storture del mondo.
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